Domenica pomeriggio io e uno sparuto gruppo di amici ingegneri (più un matematico) abbiamo approfittato della stupenda giornata per una interessante biciclettata pomeridiana nella campagna del veneto orientale. Nulla di impegnativo: 30 km tra andata e ritorno.
La scampagnata ha compreso brevi digressioni per il centro di Concordia (in festa per la tradizionale Gara dee Batée) e quello di Portogruaro (in festa per la rievocazione della sagra dei cavalli). Dopodiché abbiamo costeggiato il corso del Lemene (per i "foresti", il fiume che attraversa Porto e Concordia) fino ai confini con il pordenonese, dove ci siamo permessi una deviazione fino a Sesto al Reghena per apprezzare la celeberrima abbazia.
Abbazia Santa Maria in Silvis (Sesto al Reghena)
Tappe intermedie degne di nota, la pacata Portovecchio (peccato per Villa Bombarda, che era chiusa) e gli imponenti mulini di Boldara, immersi nel verde della campagna. Mi stupisco ogni volta della tranquillità che permea la natura di queste zone, nonostante siano così vicine alla confusione di Portogruaro.
Ad ogni modo, la biciclettata in questione si è rivelata la classica dimostrazione empirica della legge di Murphy. Su un totale di 4 biciclette, siamo riusciti a sventrare un copertone (ringraziamenti doverosi vanno al papino di Riccardo, che si è rivelato un'ottima spalla per noi ciclisti improvvisati), a spaccare un pedale, e a bruciare un freno. Il tutto a metà percorso ovviamente.
Mete non raggiunte, ma consigliate a chiunque voglia emulare le nostre gesta, osando qualcosa in più: Cordovado, con la sua atmosfera medioevale, e i mulini di Stalis, entrambi fuori dai confini veneti per poche centinaia di metri. Per quanto mi riguarda, me li tengo in serbo per la prossima scampagnata (magari ne approfitterò per tornare a fare un giro a San Vito, altra cittadina che adoro).