mercoledì 11 giugno 2008

Nostalgia

Un paio di bandiere della Nazione Veneto, comprate a Venezia in una umida giornata di ottobre.
Un portafoglio vuoto, raccolto per strada.
Un collage di volti noti sopra ad una pubblicità della regione Calabria.
Un hub dimenticato da Dio (o dal Gazz, non mi ricordo), mai più riutilizzato.
Una mezza dozzina di starlight, avanzi di una serata in discoteca.
Un'antenna storica, sintonizzabile solo su Studio Aperto.
Una busta indirizzata ad un improbabile "IlBelRagazzo?".
Una cartolina da Monaco, piena di incoerenze grammaticali e logiche, regali della birra di troppo.
Innumerevoli battaglie contro insetti e artropodi, armati di un sacco consunto e di una scopa ormai calva.
Una bottiglia gialla piena di liquido non identificato, emersa alla luce dopo due anni di oblio.
Un listino ingiallito mi informa cosa offre la Millennium.
Il campanello Batacchi suona.
Un'invasione di bottiglie di plastica.
Un improbabile sinc(t) disegnato con bottiglie e acqua.
Gli spruzzi d'acqua gelata della doccia imbizzarrita, prima di entrare.
I calci che zittiscono il riscaldamento.
Il lamento del water.
Una corona di poster scostumati, che non mi ha fatto dormire per i primi 15 giorni.


Zakk Wylde che urla con una lattina di birra in mano e due auto tunizzate ai fianchi.
Lo spruzzino che cade.
Un pallone da minibasket.
Una sveglia disintegrata da un pallone da minibasket.
Personaggi Disney in ogni dove.
Un calendario che mi ricorda che è ancora novembre 2006.
Il Tanenbaum nel comodino. (si, ho detto nel.)
Festoni cinematografici, che vogliono abbattere i lampadari.
Un gattino che si fa fotografare invece di bere il latte.
Altri gatti, che scappano come topi e che mangiano il Pastone delle 22.30.
Bottiglie di vino veneto, trofei di tre anni di scorribande.
L'acqua di Polenta.
Lo specchietto di una Stella Veneta.
Giorgia Palmas che mi guarda anche mentre mangio.
Un VLC che mi ricorda che qualcuno ha sostato in bagno più del dovuto.
Una spada che della spada non ha nemmeno la forma.
Un cristo deposto dopo trenta minuti di soggiorno.
Un set completo di cappellini da festa.
La camera del Presidente.

Nessuna di queste cose è rara, ma la loro unione mi rende stranamente nostalgico.

Alla conclusione della mia carriera accademica, ciò che mi mancherà di più di Trieste sarà l'appartamento in cui ho vissuto.

3 commenti:

Glayer ha detto...

Dai, di la verità!! Che non vedi l'ora di andare fuori dai co......!! :)

Alessandro ha detto...

Ah beh poco ma sicuro!!! :D :D solo che bene o male in appartamento ci ho vissuto per 3 anni, che è il massimo sui 5 trascorsi nella Città Maledetta.. Non per niente era tra le altre cose anche Ambasciata Veneta... :) Un po' mi dispiace! Ma SOLO per quello...

Unknown ha detto...

Vedere tutte quelle bottiglie d'acqua mi fa venire il mal di pancia...